Il brano evangelico proposto dalla liturgia odierna, che narra l'episodio della "Donna adultera" (Gv 8,1-11), mette in scena la misericordia di Dio che tocca, sana e trasforma la fragilità umana. Questo brano, definito dagli studiosi, come Alberto Casalegno, come una "meteora lucana" inserita all'interno della tradizione giovannea, è ritenuto un'aggiunta posteriore al quarto Vangelo.
Gli scribi e i farisei, custodi della religione al tempo di Gesù, conducono al cospetto del Signore questa donna sorpresa in flagranza di adulterio, cercando di indurlo a giustificare la sua lapidazione sulla base di una rigida interpretazione della Torah.
Gesù, Maestro divino, ribalta in modo sorprendente la situazione, affermando in modo lapidario: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra (cf. Gv 8,8-9)”.
L'affermazione in questione si è consolidata nel tempo come un vero e proprio proverbio, incarnando una verità ineludibile: la fragilità umana, intesa come peccato, costituisce la condizione stessa dell'essere umano. Nessuno è esente da questa realtà.
Tuttavia, l'insegnamento di Gesù, illuminando le profondità del cuore umano, pone in luce le dinamiche del perdono divino. Esso si fonda sul riconoscimento della colpa, sul sincero pentimento e sull'impegno a non ripetere più lo stesso errore.
Si legga quanto segue:
“Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più»”. (Gv 8,10-11).
La Divina Misericordia si estende a tutti coloro che si pentono e si umiliano, riconoscendo la propria fragilità e la propria inadeguatezza. Il Signore, nella Sua infinita bontà, offre il perdono a chi si rivolge a Lui con cuore sincero. Tuttavia, Egli invita coloro che hanno sperimentato la Sua grazia a impegnarsi con responsabilità e determinazione a non allontanarsi più dai suoi insegnamenti.
In questo tempo di Quaresima, e durante il Giubileo della Misericordia, è un'occasione speciale per immergersi nella Parola di Dio, lasciandosi "educare" dalla Sua sapienza. È un'opportunità per affrontare con resilienza la battaglia spirituale contro l'egoismo e l'indifferenza che risiedono nel cuore di ogni uomo.
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