L'evangelista Marco, intorno agli anni 60 d.C.a Roma, redige il suo racconto della vita e dell'opera di Gesù di Nazareth. Si apprende dalla Tradizione che Marco era uno stretto collaboratore di Pietro e Paolo e cugino di Barnaba. Marco, proveniente da una famiglia aristocratica, disponeva di due nomi: "Giovanni detto Marco". Secondo l'ipotesi di diversi esegeti, tra cui l'olandese Benoît Standaert ("Marco: Vangelo di una notte vangelo per la vita", EDB, 1 gennaio 2012, pp. 936), Marco era figlio di una coppia di aristocratici che ospitarono Gesù durante l'“Ultima Cena” nel cenacolo, che divenne la prima comunità cristiana. Oltre a ciò, in ambito esegetico si è anche ipotizzato che il racconto marciano relativo all'episodio del Getsemani riveli un particolare interessante, identificando nel "giovane che lasciò il lenzuolo e fuggì via nudo" (cf. Mc 14, 51-52) proprio lo stesso evangelista Marco. Tali informazioni consentono di esplorare e comprendere l’ambiente in cui è sorto il primo e il più antico dei Vangeli. Standaert sostiene che il Vangelo secondo Marco si basi sull'Haggadah ebraica, ovvero il racconto che gli ebrei celebravano durante la Pasqua ebraica, commemorando la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto. Questo momento conviviale rappresentava un'importante occasione per la trasmissione della memoria e dell'identità culturale del popolo ebraico. Marco, ispirandosi a questa tipologia narrativa, redige il suo racconto, identificando in Gesù il Figlio di Dio, il Messia atteso da Israele, colui che libera l'umanità dal male e dalla morte. Inoltre, Marco scrive la sua opera per istruire un gruppo di neofiti che, all'interno della comunità di Roma, dovevano ricevere i sacramenti dell'iniziazione cristiana: battesimo, eucaristia e confermazione. Nella Chiesa antica, questi sacramenti costituivano un tutt'uno, poiché i neofiti seguivano una preparazione (catecumenato, educazione alla fede) della durata di circa tre anni. Il racconto di Marco è stato definito una lunga introduzione alla Passione di Gesù. Tuttavia, l’intera narrazione ruota intorno all’identità di Gesù: Chi è Gesù? Per Marco é il Figlio di Dio, Salvatore dell’umanità, colui nel quale le profezie dell’Antico Testamento si compiono e si realizzano. Marco ignora l’infanzia di Gesù e fa iniziare il suo racconto partendo da ministero di Giovanni il Battista inquadrato come l’ultimo dei profeti e che da Marco é posto quasi come l’anello di congiunzione tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Il Vangelo secondo Marco persegue due obiettivi fondamentali: rivelare l'identità di Gesù e indicare come l'umanità deve relazionarsi con la sua persona e la sua opera di redenzione. In altre parole, l'essere umano è invitato, di fronte al messaggio salvifico del Regno di Dio, a convertirsi, credere e poi battezzarsi.
“In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo”. Gs n. 22.
venerdì 25 aprile 2025
“Marco: Un Vangelo per Credere, Convertirsi e Rinascere” di Giuseppe Lubrino
L'evangelista Marco, intorno agli anni 60 d.C.a Roma, redige il suo racconto della vita e dell'opera di Gesù di Nazareth. Si apprende dalla Tradizione che Marco era uno stretto collaboratore di Pietro e Paolo e cugino di Barnaba. Marco, proveniente da una famiglia aristocratica, disponeva di due nomi: "Giovanni detto Marco". Secondo l'ipotesi di diversi esegeti, tra cui l'olandese Benoît Standaert ("Marco: Vangelo di una notte vangelo per la vita", EDB, 1 gennaio 2012, pp. 936), Marco era figlio di una coppia di aristocratici che ospitarono Gesù durante l'“Ultima Cena” nel cenacolo, che divenne la prima comunità cristiana. Oltre a ciò, in ambito esegetico si è anche ipotizzato che il racconto marciano relativo all'episodio del Getsemani riveli un particolare interessante, identificando nel "giovane che lasciò il lenzuolo e fuggì via nudo" (cf. Mc 14, 51-52) proprio lo stesso evangelista Marco. Tali informazioni consentono di esplorare e comprendere l’ambiente in cui è sorto il primo e il più antico dei Vangeli. Standaert sostiene che il Vangelo secondo Marco si basi sull'Haggadah ebraica, ovvero il racconto che gli ebrei celebravano durante la Pasqua ebraica, commemorando la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto. Questo momento conviviale rappresentava un'importante occasione per la trasmissione della memoria e dell'identità culturale del popolo ebraico. Marco, ispirandosi a questa tipologia narrativa, redige il suo racconto, identificando in Gesù il Figlio di Dio, il Messia atteso da Israele, colui che libera l'umanità dal male e dalla morte. Inoltre, Marco scrive la sua opera per istruire un gruppo di neofiti che, all'interno della comunità di Roma, dovevano ricevere i sacramenti dell'iniziazione cristiana: battesimo, eucaristia e confermazione. Nella Chiesa antica, questi sacramenti costituivano un tutt'uno, poiché i neofiti seguivano una preparazione (catecumenato, educazione alla fede) della durata di circa tre anni. Il racconto di Marco è stato definito una lunga introduzione alla Passione di Gesù. Tuttavia, l’intera narrazione ruota intorno all’identità di Gesù: Chi è Gesù? Per Marco é il Figlio di Dio, Salvatore dell’umanità, colui nel quale le profezie dell’Antico Testamento si compiono e si realizzano. Marco ignora l’infanzia di Gesù e fa iniziare il suo racconto partendo da ministero di Giovanni il Battista inquadrato come l’ultimo dei profeti e che da Marco é posto quasi come l’anello di congiunzione tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Il Vangelo secondo Marco persegue due obiettivi fondamentali: rivelare l'identità di Gesù e indicare come l'umanità deve relazionarsi con la sua persona e la sua opera di redenzione. In altre parole, l'essere umano è invitato, di fronte al messaggio salvifico del Regno di Dio, a convertirsi, credere e poi battezzarsi.
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