domenica 28 settembre 2025

La Parola che decifra il tempo di Giuseppe Lubrino

 


«Combatti la buona battaglia della fede, conquista la vita eterna alla quale sei stato chiamato, e per la quale hai pronunciato la tua bella professione davanti a molti testimoni.»  (cf. 1Tm 6,11-16)

L’appello all’eternità risuona come un canto incessante nella liturgia odierna. La fine delle dissolutezze è annunciata, il trionfo del bene sul male è certo. La Parola di Dio si rivela come chiave interpretativa del tempo, delle abitudini, delle pieghe più intime del cuore. È bussola e fuoco, tensione viva tra il già della salvezza donata e il non ancora del Regno che attende compimento.

Siamo chiamati a combattere la battaglia della fede. Non con le armi del mondo, ma con la forza mite della verità, della coerenza, della luce. Combattere il male in tutte le sue forme: con le parole che edificano, con le scelte che liberano, con le azioni che curano, con i pensieri che elevano. Testimoniare con la vita, accendere fiammelle dove il buio sembra vincere.

Il mondo geme. Gaza, Ucraina, Yemen: grida di dolore salgono dalla terra al cielo. Violenza, disuguaglianze, povertà dilagano come fiumi in piena. Eppure, Dio chiama alla sequela, invita a vincere il male con il bene, a credere alla sua Parola per non cadere nell’errore del ricco cieco e ingordo.

La partita della vita non si chiude con la morte. C’è un oltre. Un abbraccio che attende. Un Abramo che custodisce la fede e solleva in braccio chi ha creduto. “Ascolta la Parola”: non è solo un invito, è un’urgenza. Da accogliere, custodire, metabolizzare.

Ma quanto ascolto davvero? Cosa significa ascoltare? Dedico tempo alla cura dell’ascolto? Ascolto ed empatia: un binomio inscindibile, necessario, vitale. In un tempo in cui il frastuono dei missili e delle parole vuote del mainstream genera un silenzio assordante, l’ascolto diventa atto rivoluzionario, gesto di fede, seme di pace.


mercoledì 10 settembre 2025

Il tempo che educa secondo il capitolo 3 del Qohelet di Giuseppe Lubrino

 



Il capitolo 3 del libro del Qohelet (Ecclesiaste) è uno dei testi più emblematici della sapienza biblica. La sua celebre sequenza di “tempi” — “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire…” — esprime una visione ordinata e significativa dell’esistenza. Il biblista cattolico Gianfranco Ravasi ha definito questo brano come una “liturgia del tempo”, dove ogni momento è carico di senso e inserito in un disegno più ampio. Il Qohelet non propone una visione fatalista, ma invita a riconoscere il tempo come spazio educativo e teologico.

Nel pensiero biblico, il tempo non è solo successione cronologica, ma luogo formativo. Ogni stagione della vita ha una sua pedagogia: il tempo della gioia insegna la gratitudine, quello del lutto la compassione; il tempo del silenzio educa all’ascolto, quello della parola alla responsabilità. Il Qohelet ci invita a vivere il tempo con consapevolezza, accettandone il ritmo e riconoscendone il valore. In questa prospettiva, il tempo diventa maestro ed è concepito non più come uno spazio vuoto da riempire ma come un luogo da abitare.  Nel contesto educativo e sociale contemporaneo, il tempo è spesso vissuto come frammentato e accelerato. La scuola, la famiglia e le relazioni soffrono per la mancanza di tempo “qualificato”. Il messaggio del Qohelet è attuale e provocatorio: ci ricorda che educare significa anche insegnare a vivere il tempo, a discernere, a sostare. In una società che premia la velocità, il Qohelet propone la sapienza della lentezza e del discernimento. Il capitolo 3 del Qohelet ci insegna che il tempo non è neutro, ma narrativo. Ogni istante può diventare occasione di crescita e di rivelazione. Riscoprire il tempo come maestro significa restituire profondità all’esperienza educativa e umana. In un mondo che corre, il Qohelet ci invita a camminare con consapevolezza.

Bibliografia essenziale

  • Ravasi, Gianfranco. Qohelet. Il libro più originale e scandaloso della Bibbia, San Paolo Edizioni
  • Maggioni, Bruno. Introduzione alla lettura della Bibbia, EDB
  • Bovati, Pietro. Sapienza biblica e vita quotidiana, LDC
  • Barbaglio, Giuseppe. Il sapiente e il tempo. Lettura del Qohelet, Queriniana
  • Secondo, Juan Luis. Il tempo e la fede, Borla

mercoledì 3 settembre 2025

“Difendere la fede: la teoria di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Una risposta a Paolo Flores d’Arcais

 


Con grande piacere vi annuncio l’uscita del mio nuovo saggio: “Difendere la fede. La teoria di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Una risposta a Paolo Flores d’Arcais”  Phronesis Editore – Collana Theologica

Questo saggio nasce con l’intento di fornire una risposta puntuale, rigorosa e precisa al noto filosofo e direttore di Micromega, Paolo Flores d’Arcais, in merito alla sua interpretazione del pensiero teologico di Joseph Ratzinger, espressa nel saggio: “La fede e l’anatema. La crociata oscurantista di Joseph Ratzinger contro la modernità” (Mimesis Edizioni).

Flores d’Arcais sembra leggere la parabola ratzingeriana più attraverso una lente ideologica che ermeneutica. In questo lavoro cerco di evidenziare le caratteristiche fondamentali della visione teologica di Benedetto XVI: una teologia profondamente cristocentrica ed ecclesiologica, capace di proporre un dialogo fecondo tra fides et ratio.

L’obiettivo è offrire al lettore non solo una confutazione argomentata, ma anche una introduzione mirata al vasto e complesso pensiero di Joseph Ratzinger, che continua a rappresentare per l’uomo contemporaneo un orizzonte di senso illuminato dalla rivelazione cristiana e dal depositum fidei della Chiesa Cattolica.

Il volume è arricchito dalla prefazione del  teologo Fra Gabriele Scardocci OP e dalla postfazione dell’autore e direttore di Informazione Cattolica, Matteo Orlando, che contribuiscono a contestualizzare e valorizzare ulteriormente il contenuto del saggio.

Giuseppe Lubrino

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